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L'Amarone della Valpolicella

Molti dei clienti che si accomodano al banco o ai tavoli della nostra osteria vogliono assaggiare l’Amarone della Valpolicella, quel meraviglioso nettare che noi veronesi chiamiamo il “Re della Valpolicella”. Il fascino che questo vino possiede supera i confini italiani ed anzi, è particolarmente apprezzato dai turisti del Nord Europa e quelli dei paesi anglofoni.

Per quale motivo questo vino è così amato?

Per rispondere a questa domanda cerchiamo prima di capire cosè e come si fa l’Amarone della L’Amarone della Valpolicella è un vino rosso dal colore intenso e luminoso, dalla grande intensità gusto-olfattiva, caratterizzato da una spiccata morbidezza e in grado donare calore e vigore al sorso. Niente male eh? Ho già sete! :)

Per usare una terminologia moderna potremmo definirlo un Valpolicella “Premium”, frutto delle migliori uve, dai migliori vigneti, selezionate e lavorate dai "vignaron" con la maggiore cura.

La sua storia è molto antica ed affonda le radici nel vino “Acinatico” prodotto dall’appassimento (disidratazione all’aria) di uve messe a riposare su graticci in una vasta zona collinare intorno a Verona chiamata in epoca Romana “Vallis – polis cellae”, la valle dalle molte cantine.

Da allora l’Amarone rimane lo standard qualitativo nella viticoltura della Valpolicella. Ogni cantina della Valpolicella produce il suo Amarone e da lui nasce una diversa tipologia di vino chiamato Valpolicella Ripasso che racconteremo in un altro post.

Per disciplinare nell’Amarone si possono usare uve Corvina, Corvinone, Rondinella e, in piccola quantità, altri vitigni a bacca rossa italiani non aromatici. Queste uve, sono le migliori uve del Valpolicella disponibili in vigneto, quelle più sane, più pulite e più ricche di contenuto zuccherino.

Una volta raccolte sono disposte sui graticci di canna (attualmente in vasche di plastica forata), nelle sale di appassimento (i fruttai) per 3-4 mesi e per tutta la durata del processo sarà necessario eliminare eventuali grappoli attaccati da muffe o marciumi. Alla fine di questo periodo le uve, mostrano un calo di circa la metà del loro peso ed un forte aumento della concentrazione zuccherina.

Adesso le uve sono pronte alla pigiatura che può avvenire sia in maniera naturale (con un lungo contatto del mosto con le bucce alle basse temperature della stagione invernale ) o con i più moderni vinificatori a temperatura controllata per esaltarne l’immediata morbidezza. L’affinamento del vino è completato in botti grandi di Rovere di Slavonia e/o più piccole botti di Rovere francese per una maturazione più veloce.

E’ quindi chiara la definizione di vino “premium”, anche in evidenza dei costi di produzione ben superiori a quello di un normale Valpolicella.

Alcuni degli Amaroni in vendita presso Caffè Monte Baldo durante Valpolicella Master Wine

Cosa ci piace dell’Amarone della Valpolicella? Prima di tutto la sua storia e la sua capacità di raccontare tutte le sfumature di terroir della Valpolicella. Una volta messo nel bicchiere amiamo la sua concentrazione, il colore intenso e gli spiccati profumi di frutta rossa: ciliegia e ribes.

L’Amarone deve essere particolarmente caldo e morbido ma anche lungo e persistente al palato.

Come tanti altri vini anche l’Amarone della Valpolicella ha subito nel tempo l’influenza di due grandi fattori: il riscaldamento climatico e la spinta comemrciale del mercato internazionale. La prima forzante l’ha portato ad essere generalmente un vino più “pronto” e più “rotondo”, caratterizzato da una minore acidità. Dopo il cambio climatico (verso il caldo)degli anni 90’ l’Amarone è ora meno “teso” e generalmente meno verticale. La seconda tendenza, dettata dal mercato è quella di generare vini più “muscolari”, robusti ed in grado di riempire la bocca del consumatore. Come piace ai clienti internazionali. Giusto o sbagliato che sa non sta a noi, qui, disquisire.

Mettiamo adesso le gambe sotto la tavola, da bravi Veronesi come accompagniamo questo nettare? Nella tradizione scaligera il più naturale accompagnamento dell’ Amarone è con la “Pastissada” di Cavallo, uno stracotto di carne equina la cui origine affonda nella notte dei tempi.

Molto importante è anche il “risotto all’Amarone della Valpolicella”: piatto amatissimo da Veronesi e turisti in cui il riso, in fase terminale di cottura, viene bagnato da abbondantissime libagioni di Amarone, ottenendo una preparazione di colore e sapore irresistibile.

Speriamo che questa breve digressione nel mondo dell’Amarone vi sia piaciuta e vi aspettiamo tutti i giorni in Osteria Caffè Monte Baldo con una selezione di oltre 20 etichette di Amarone disponibili in bottiglia e più di 10 al bicchiere anche utilizzando il sistema Coravin.

E a voi cari letttori che siete arrivati fino a qui, piace l’Amarone? E come lo accompagnereste a tavola? Scriveteci o mandateci un video qui sul blog o sulla nostra pagina facebook @casamontebaldo

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